Agrifactoring

Fondata nel 1982 da Banca di Roma, Bnl, Banco di Santo Spirito ed Efibanca, Agrifactoring era una società finalizzata all’erogazione di servizi di cessione del credito nei confronti delle società agricole italiane. La Federazione Italiana dei Consorzi Agrari, che deteneva il 20% del capitale sociale di Agrifactoring, ne era anche il principale cliente, e ne condivideva il presidente nella persona di Luigi Scotti. Le due società erano legate a tal punto da condividere un infausto destino quando, nel 1991, Federconsorzi si trovò a fronteggiare un vero e proprio tracollo economico e finanziario, poi rivelatosi irreversibile. Quello stesso anno, l’allora ministro dell’agricoltura Giovanni Goria procedette al commissariamento della Federazione dei consorzi agrari, provocando la revoca dei fidi da parte delle banche italiane. In forza dei contratti di cessione del credito stipulati, la Federconsorzi di Scotti era all’epoca debitrice di 910 miliardi di lire ad Agrifactoring, che ne doveva a sua volta altrettanti a numerose banche, tra cui la Banca Popolare di Milano e vari istituti esteri. Il panico da insolvenza si diffuse rapidamente nella comunità finanziaria internazionale: le banche europee invocarono la clausola di cross default nei confronti dei soci di Agrifactoring, mentre Bnl asseriva che la propria responsabilità fosse limitata alla sola quota di capitale sottoscritto. Il caso Agrifactoring non sfociò in una vera e propria crisi esclusivamente grazie all’intervento del Ministero del Tesoro, che raggiunse un accordo per la postergazione di Banca di Roma, Banca Nazionale del Lavoro ed Efibanca. Il concordato preventivo avrebbe dovuto consentire una risoluzione rapida della vicenda, ma in realtà un contenzioso con Eni per 400 miliardi di crediti insoluti ha fatto sì che la vicenda rimanesse impantanata per oltre 17 anni. Nel settembre 2008, infine, Agrifactoring ha annunciato l’inizio delle procedure per un’asta competitiva per liquidare i crediti accumulati.